Cari cittadini, care cittadine,
dopo aver parlato, nei numeri scorsi di Reggio Comune, della crisi che tocca la nostra gente e la nostra economia, questa volta, purtroppo, parliamo di noi.
Parliamo della crisi che tocca le risorse dei Comuni italiani e anche del Comune di Reggio Emilia. Crisi di risorse, di entrate, ma soprattutto vincoli severi posti dalla manovra finanziaria e dal patto di stabilità che il governo centrale sta imponendo ai sindaci, a prescindere da come abbiano svolto il loro lavoro.
Avrete visto in televisione e sui giornali come i primi cittadini di piccoli e grandi Comuni, del Nord come del Sud, si stiano opponendo, con responsabilità ma con forza presso i prefetti, il governo e il presidente Napolitano, cercando di far modificare le misure: chiediamo almeno che ci sia equità, tenendo conto di chi ha amministrato meglio le risorse, come Reggio Emilia, perché possa utilizzare i soldi in cassa, cosa che invece ora è impedita.
Siamo tutti pronti a fare la nostra parte, ma oltre un certo limite deve essere chiaro che il “servizio pubblico” non esiste più. Così come è formulata, questa manovra sarà pesantissima e cadrà proprio su tutto ciò che a Reggio Emilia sta più a cuore: i nostri servizi pubblici.
Cadrà su scuole dell’infanzia e scuole primarie, sui servizi sociali, sui disabili di ogni età e sugli anziani, cadrà sui servizi alla salute, e darà la mazzata finale al trasporto pubblico su cui il nostro Paese non ha mai investito seriamente.
In queste condizioni una soluzione per continuare a garantire alcuni servizi c’è: aumentare le tariffe. Un passo obbligato che i sindaci saranno costretti a fare, controvoglia, ma è bene sia chiaro a tutti che quella mano che pescherà nelle tasche di tutti, non sarà quella del Comune.
In queste condizioni, inoltre, si corre un grosso rischio, quello di lasciare soli i soggetti più deboli, con un aumento del disagio e dell’insicurezza sociale per tutta la nostra comunità. Come sindaco di Reggio Emilia porto la responsabilità di impegnarmi fino in fondo perché il nostro Paese non prenda questa direzione e per difendere la storia di Reggio Emilia, la cui essenza è proprio il servizio pubblico forte e di qualità. Ma ho desiderato scrivere in modo aperto ai cittadini e alle cittadine, perché è necessaria la loro consapevolezza in questa fase della vita amministrativa della città.
A Reggio Emilia non ci sono sprechi tali da tagliare che possano coprire l’entità del danno provocato da questa manovra. Se le cose vanno avanti così – e purtroppo fino ad ora ci sono stati pochissimi spiragli – la qualità e universalità dei servizi, a cui ci siamo abituati e per cui Reggio Emilia è famosa e premiata, non sarà più possibile.
Graziano Delrio
Sindaco di Reggio Emilia