Il 30 maggio 2010 abbiamo assistito ad uno spettacolo quanto mai triste e disdicevole: i soldati israeliani hanno attaccato una flotta di navi con a bordo 700 attivisti a maggioranza turchi. Tale flotta era composta da 3 navi che avevano l’obiettivo di portare aiuti umanitari alla popolazione della striscia di Gaza che con la scusa della sicurezza vive isolata da un embargo israeliano che dura da ormai 3 anni.
Con ulteriore rammarico oggi sul giornale della famiglia Berlusconi (“Il giornale”) abbiamo visto comparire un articolo a firma di Vittorio Feltri dal titolo “Israele ha fatto bene a sparare”. Nell’articolo il giornalista cerca di spiegare i fatti cercando di dare l’impressione al lettore di avere una visione obiettiva: descrivendo l’accaduto dal punto di vista israeliano (con dovizia di particolari) e dal punto di vista turco. Il perno della questione sembra che riguardasse la posizione della flotta, ovvero se era in acque israeliane o internazionali, e la possibilità o meno di poter portare aiuti ad un popolo confuso con i terroristi di Hamas come se questo potesse giustificare l’assalto armato e soprattutto l’uccisione di vite umane.
Gli stessi attivisti (a tratti definiti pacifisti) vengono descritti come aiutanti dei terroristi che vorrebbero vedere lo stato sovrano di Israele cancellato dalla faccia della terra. Alla fine dell’articolo il giudizio è inappellabile: Israele ha fatto bene ad ammazzare almeno nove persone ree di volere aiutare una popolazione ormai allo stremo.
Viene un po’ da sorridere tristemente ripensando alle manifestazioni del nostro premier Silvio Berlusconi durante le scorse elezioni regionali: il messaggio che doveva passare era che il PdL era il partito dell’Amore contro ogni odio ed invidia, l’unica forza politica in grado di portare avanti i valori della cristianità e della vita. I fatti continuano a dimostrarsi un po’ diversi. Il fatto che il proprio giornale di famiglia, quindi filo-governativo per definizione, si permetta di giustificare e benedire una condanna a morte di almeno nove esseri umani è alquanto confondente. Vedendo anche le reazione degli paesi europei che hanno condannato con fermezza l’accaduto (Germania in primis) viene da pensare che viviamo in un paese molto debole: l’Italia è in crisi non solo economicamente ma soprattutto culturalmente ed è pronta a sostenere il più forte scordandosi di ogni valore morale. Sembra quasi che i valori del nostro centrodestra siano un oggetto trattabile in borsa, che si possano scambiare senza troppi sconvolgimenti o ripensamenti. Il nostro partito condanna severamente l’atteggiamento prepotente dell’autorità israeliana tenendo bene a mente i diritti umani ed il valore impagabile di una vita umana indipendentemente dalla sua nazionalità, colore della pelle, religione, condizione economica, etc...
Con queste osservazioni siamo ben lungi dal volere confondere il popolo israeliano con i loro governanti di destra, siamo ben consapevoli che nello stato di Israele vivono molte persone di nobili sentimenti democratici e che desiderano e sognano la pace. È quanto mai opportuno che la politica si interroghi sui propri mezzi di discriminazione: è normale, per la destra, mettere nello stesso calderone il popolo civile ed i terroristi perchè appartenti alla stessa etnia? Per il Partito Democratico questo non è normale.
Ci auspichiamo che anche tutte le altre forze politiche abbiano il coraggio di condannare con fermezza tutte le azioni che vanno contro la pace e l’elusione dei diritti umani, altrimenti non ci sarà futuro per l’uomo.
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